Nota: Moka Rahab è un personaggio immaginario creato nell’universo narrativo di “Rahab Punkaholic Girls”. Questo blog è una narrazione di finzione ispirata alla cultura punk, all’arte digitale e alla spiritualità contemporanea.
Capitolo 1: Silenzio e sabbia
Moka è nata in un convento isolato, nel cuore di un paese desertico. Lontana dal mondo moderno, la sua infanzia è stata fatta di preghiere, silenzio e sole bruciante. La sua voce era destinata alla liturgia, non al palco. Ma dentro di lei cresceva un altro tipo di canto.
“Se Dio è amore, perché c’è tanto dolore?”
Moka non cercava risposte con rabbia, ma con dolcezza. Una dolcezza che si sarebbe trasformata in musica.
Capitolo 2: Una voce-ombra
Moka è la “voce ombra” di Rahab, la sua controparte spirituale. Mentre Rahab grida contro le ingiustizie, Moka prega nel rumore. Dove Rahab brucia, Moka accende candele.
La sua forza non è nella ribellione aperta, ma nella fede. Crede nell’amore come linguaggio rivoluzionario. Ogni sua nota è un atto di gentilezza militante.
Capitolo 3: Suora con una chitarra
In un’altra linea temporale, Moka sarebbe rimasta nel convento. Ma in questo mondo, è la chitarrista e cantante di Rahab Punkaholic Girls.
Sul palco, non urla. Canta a occhi chiusi, con una voce che sembra una carezza in mezzo a un’esplosione. Il pubblico non urla: ascolta. In silenzio.
“La mia fede ha corde e distorsione.”
Capitolo 4: Disegni come preghiere
Moka ama disegnare. I suoi taccuini sono pieni di angeli, cuori rotti, mani che si sfiorano. Ogni disegno è una preghiera visiva.
Li trasforma in NFT, non per guadagnare, ma per liberare. Lascia che viaggino nella rete come semi di compassione.
“Ogni linea è una parola che non riesco a dire ad alta voce.”
Capitolo 5: Punk spirituale
Moka non trova contraddizione nell’essere suora e punk. Anzi, trova un’unione potente. La fede è la sua radice, il punk la sua forma.
I suoi testi parlano di perdono, empatia e dolore. Ma anche di resistenza attraverso la dolcezza. Non tutto ciò che sfida deve essere violento.
Capitolo 6: NFT come sacramento
I suoi NFT non sono prodotti. Sono sacramenti digitali.
Il primo era una ninna nanna registrata di nascosto. È stata acquistata da uno sconosciuto. Moka non ha voluto sapere chi fosse.
“Non è importante chi ascolta. È importante che il messaggio arrivi.”
Capitolo 7: Forza fragile
Moka è fragile. Piange spesso. Ha paura del palco. Ma sale comunque. Canta comunque. Ama comunque.
Questo la rende potente. Perché la sua fragilità è sincera. Non finge. E la sua sincerità colpisce come una lama gentile.
Capitolo 8: Liturgia elettrica
I concerti dei Rahab Punkaholic Girls sono come messe laiche. Moka si posiziona al centro, con la chitarra come croce e la voce come vangelo.
C’è chi piange, chi prega, chi rimane in silenzio. Ogni esibizione è un’esperienza spirituale amplificata.
Capitolo 9: Una storia che parla di noi
Moka non esiste nel mondo reale. Ma parla alle nostre parti più vere.
A chi cerca bellezza nella confusione. A chi ha fede nella tenerezza. A chi vuole credere che l’arte possa guarire.
“Io sono finzione. Ma tu, se mi senti, allora sono reale.”
Capitolo finale: La preghiera continua
Moka continuerà a cantare. Nei concerti, nei disegni, negli NFT che navigano nel cyberspazio. Non smetterà mai.
Perché ogni canzone, ogni riga, ogni nota è una preghiera rivolta al mondo. E finché qualcuno la ascolta, Moka esiste.
“Io prego cantando. E se mi ascolti, forse preghi anche tu.”
©2025 Rahab Punkaholic Girls Project – Tutti i personaggi e le narrazioni sono frutto di fantasia. Ogni riferimento a persone reali è puramente casuale.
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