John: tra Vangelo e rullante, il monaco del caos sonoro

Rachel: il suono grave dell’indifferenza urbana Character

Nota: John è un personaggio fittizio creato per l’universo narrativo di “Rahab Punkaholic Girls”. Questo blog è un’opera di finzione ispirata alla spiritualità, alla musica punk e all’identità interiore.


Capitolo 1: Il silenzio del deserto

John è nato in un piccolo villaggio vicino a un’oasi. Una comunità dove il silenzio ha un peso sacro e la fede è pane quotidiano. Fin da piccolo, ha imparato a leggere le Scritture e ad ascoltare le storie dei vecchi saggi.

Ma tra le preghiere e le riflessioni, nel cuore di John cresceva una domanda: “E se Dio parlasse anche attraverso il rumore?”

“Il silenzio insegna. Ma anche il caos può rivelare.”


Capitolo 2: L’insegnante

Di giorno, John è un insegnante. Filosofia, storia, teologia comparata. La sua classe è silenziosa, ma non per paura: è concentrazione. Parla poco, ma con precisione. Gli studenti lo chiamano “il monaco con il gessetto”.

Sul suo banco ci sono un Vangelo consumato e un paio di bacchette di batteria spezzate.

“Insegnare non è predicare. È creare domande.”


Capitolo 3: Il batterista dei Rahab Punkaholic Girls

Quando cala la notte, John si siede dietro la batteria del gruppo Rahab Punkaholic Girls. Il suo modo di suonare è metodico, ma feroce. Ogni colpo sembra misurato da una mente razionale e spinto da un cuore in fiamme.

La sua è una batteria che non accompagna: guida. Impone un ritmo esistenziale.

“La mia fede non è tranquilla. Batte. Risuona. Urla.”


Capitolo 4: Spiritualità punk

John non vede contraddizione tra il Vangelo e il punk. Vede simmetria.

Gesù rovesciava i banchi del tempio. I punk rovesciano i simboli del potere. Entrambi sfidano. Entrambi aprono spazi.

La batteria è la sua predica. Il palco, il suo altare.


Capitolo 5: Dubbi, fede, distorsioni

John ha fede. Ma è una fede interrogante, non dogmatica. Legge il Vangelo come si legge un manuale di sopravvivenza spirituale. Ogni passaggio è sottolineato, annotato, graffiato.

Quando suona, lascia emergere i dubbi che le parole non sanno contenere.

“Anche i santi hanno tremato. Anche io.”


Capitolo 6: NFT come liturgia digitale

I suoi pattern di batteria sono stati registrati e trasformati in NFT. Non sono solo tracce audio: sono confessioni ritmiche.

Titoli come Meditazione 4/4, Liturgia dell’assolo, Fede in battuta dispari raccontano la sua spiritualità interiore.

“Se Mosè avesse avuto una drum machine, forse avrebbe inciso le Tavole in 16-bit.”


Capitolo 7: Il monaco nel moshpit

Sul palco, John non urla. Non salta. Ma tutti lo guardano. Il suo volto è calmo, quasi assente. Ma le sue mani raccontano tempeste.

Ogni rullante è un colpo alla paura. Ogni charleston, un respiro fra le ombre.


Capitolo 8: Disciplina e disordine

John è il più disciplinato del gruppo. Ma è anche quello con il fuoco più acceso dentro. Riesce a contenere un mondo interiore tumultuoso dentro schemi ritmici precisi.

Ed è proprio quella tensione a renderlo magnetico.

“L’ordine senza caos è sterile. Il caos senza ordine è sordo. Io batto nel mezzo.”


Capitolo 9: Un personaggio, molte verità

John non esiste. Ma forse esiste in ognuno di noi.

In chi cerca senso. In chi crede ma si interroga. In chi ha bisogno di ritmo per non perdersi. La sua finzione rivela qualcosa di autentico: il bisogno di spiritualità anche nel rumore.

“Sono immaginario, ma se ti parlo, allora sono vero.”


Capitolo finale: La preghiera continua

John continua a insegnare. A suonare. A credere, pur tra i dubbi. Non cerca seguaci, ma risonanze.

La sua preghiera è ritmica. La sua fede, distorta. Ma sempre viva.

“Non prego con le parole. Prego col battito.”


©2025 Rahab Punkaholic Girls Project – Tutti i personaggi e le narrazioni sono frutto di fantasia. Ogni riferimento a persone reali è puramente casuale.

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