Sister Moka Dancing Sober

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Give me your whiskey
Give me your whiskey
Give me my medicine
Give me my medicine

I found myself on the losing side
I wanted to live an ordinary life.
In Bourbon Street, where it’s cold and wintry
I’m walking around drinking with Jack Daniel

I got drunk and fell asleep in a back alley
My best friend died drunk in winter
I’m doing the same thing. Desperation
What did you want from me? I don’t know

Ah A A Ah
No more dreams
Ah A A Ah
No more fight

This is what I get for not getting what I wanted,
for indulging in fleeting pleasures

Nah Na Na Nah
No more whiskey
Nah Na Na Nah
No more medicine

With a mustard seed level of faith
Do I know what it means to live?

I am Sister Moka
I just want to do what I want to do
I’m dancing around a lot,
but I am doing my best sober

Ah A A Ah
No more dreams
Ah A A Ah
No more fight

This is what I get for not getting what I wanted,
for indulging in fleeting pleasures

Nah Na Na Nah
No more whiskey
Nah Na Na Nah
No more medicine

With a mustard seed level of faith
Do I know what it means to live?

Nah Na Na Nah
No more greed
Nah Na Na Nah
No more control

With a modesty of bread crumbs
Do I know what it means to live?

I am Sister Moka
I’m loved by people all over the world
I always dance with a smile on my face
I am doing my best sober

Considerazione

Questa canzone, partendo dal presupposto che «la persona che affoga nell’alcol è l’ex spia Rahab e che Moka è la sua ombra», non parla soltanto di decadenza o autodistruzione. Racconta piuttosto come una «persona lacerata dal mondo» e «l’ombra che le appartiene» cercano di convivere nello stesso corpo e nella stessa vita. Se consideriamo Moka come l’ombra di Rahab, il brano diventa non solo la storia di due personaggi, ma anche quella di due impulsi opposti che abitano un’unica persona.

Collegando il tutto all’ambientazione dell’RPG—dove Rahab è un’agente sotto copertura lacerata da un mondo caotico e Moka è un’errante messaggera d’amore—questa canzone sembra un epilogo o un dramma psicologico che si svolge dietro le quinte delle loro missioni.


Rahab che affoga nell’alcol – ciò che rimane «dopo la missione»

L’immagine di «Rahab che affoga nell’alcol» suggerisce fortemente un tempo successivo alla sua carriera di spia.
Vivere come agente infiltrato in un mondo turbolento significa convivere costantemente con bugie, inganni e identità multiple. Finché la missione è in corso, la narrativa stessa del «dovere» la tiene insieme: anche se il cuore si consuma, può ancora aggrapparsi all’idea che tutto abbia uno scopo.

Ma quando la missione finisce e il mondo si fa più silenzioso, resta solo un vuoto:

«Chi ero davvero?»
«Per che cosa ho vissuto?»

Affogare nell’alcol diventa allora un anestetico temporaneo per quel vuoto, ma anche un meccanismo comodo per attribuire all’ubriachezza la responsabilità dei propri veri sentimenti. Pentimenti, sensi di colpa ed emozioni recise in nome del dovere emergono solo quando è alterata. Nel brano, Rahab sembra trovarsi proprio su questa linea di confine, tra l’oblio e una consapevolezza dolorosa.


Moka come «ombra» – un altro sé, o l’ideale abbandonato

Moka è presentata come «ombra» di Rahab e «messaggera errante dell’amore».
Questa ombra si può leggere non solo come una partner, ma come l’ombra in senso psicologico: desideri repressi, aspetti rinnegati, o perfino il modello di sé che Rahab avrebbe voluto incarnare ma non ha potuto scegliere.

  • Rahab: la spia che ha sacrificato molto e che il caos del mondo ha lacerato.
  • Moka: colei che diffonde l’amore, che vuole salvare gli altri.

Il contrasto è eloquente.
Rahab è sprofondata nella logica dell’oscurità: operazioni segrete, manipolazioni, ambiguità morali. In quel mondo, tenerezza e affetto manifesto possono essere un peso.
Moka, al contrario, incarna il desiderio di connettersi attraverso l’amore, di curare e proteggere.

In questo senso Moka diventa:

  • un «sé possibile» che Rahab ha sacrificato per sopravvivere e adempiere al proprio ruolo, e
  • una vita alternativa, quella che avrebbe potuto vivere se avesse fatto scelte diverse.

Il dialogo nei testi – due voci come conflitto interiore

Se i testi alternano parti in prima persona di Rahab e frasi sussurrate o in coro da Moka, la superficie sembra un dialogo tra due persone, ma in profondità è il monologo interno di Rahab messo in scena.

  • Le parti di Rahab potrebbero contenere:
    • parole di auto-disprezzo,
    • frasi che negano il proprio valore,
    • immagini di decadenza: alcol, notte, sigarette, neon scadenti.
  • Le parti di Moka potrebbero esprimere:
    • la convinzione che «esiste ancora l’amore»,
    • un atteggiamento che non nega il passato di Rahab ma cerca di impedirle di affogarvi,
    • immagini di luce, preghiera, abbraccio, perdono.

In apparenza ascoltiamo un botta e risposta tra Rahab e Moka. In realtà è Rahab che discute con se stessa:

  • «Ho davvero il diritto di parlare d’amore dopo ciò che ho fatto?»
  • «Queste mani colpevoli possono abbracciare qualcuno?»
  • «Quale versione di me deve vivere: quella che sa tutto o quella che finge di non sapere?»

Il brano divide questi desideri contrastanti in due personaggi, permettendo all’ascoltatore di osservare il conflitto dall’esterno. Non è solo un espediente narrativo: è la rappresentazione di una difesa psicologica—Rahab deve scindersi per riuscire a reggere.


Alcol e ombra – l’ebbrezza come porta verso Moka

Dato che Rahab «affoga nell’alcol», quello stato diventa anche la condizione che permette all’ombra, Moka, di apparire.

Da sobria Rahab è dominata dalla razionalità fredda e dall’istinto di autoprotezione dell’ex spia. Respinge con forza le proprie fragilità e la voce interiore che desidera l’amore.

Solo quando è ubriaca l’ombra sigillata—Moka—può starle accanto:

  • Moka come allucinazione che appare solo attraverso la foschia dell’alcol,
  • un secondo sé seduto accanto a lei al bancone,
  • una figura che le parla dal riflesso dello specchio dietro il bar.

Da qui nasce la domanda:
«Moka esiste davvero o è solo ciò che Rahab vede?»

L’ebbrezza allenta il controllo della ragione.
Ciò che era stato spinto nelle tenebre—rimpianti, tristezze, il desiderio di essere abbracciata o di amare sinceramente—risale in superficie con il volto di Moka.

Così, l’alcol non è soltanto simbolo di decadenza morale, ma anche via d’accesso alle parti represse del suo animo. Questo conferisce al motivo del bere un significato più complesso e umano.


Il passato di Rahab e il mondo – caos e messaggera d’amore

Nel quadro narrativo più ampio, Rahab è un’agente divisa da un mondo caotico e Moka è una messaggera vagabonda dell’amore. Il disordine del mondo esterno e la presenza di questa «apostola dell’amore» si intrecciano con il tema della canzone.

  • Il mondo è caotico → giustizia e verità sono concetti instabili.
  • Vivere come spia → non sapere chi o che cosa credere.
  • L’arrivo di una «messaggera d’amore» → l’apparizione di una fede nell’amore che sembra impossibilmente pura.

Rahab ha probabilmente visto dall’interno molte «grandi cause»: ideologie politiche, religioni, rivoluzioni, sistemi di potere e liberazione. Tutte vantano di essere «giuste», ma spesso feriscono e usano le persone.

Per chi ha visto tutto questo, la parola «amore» può apparire come la promessa più sospetta e impalpabile.

Per lei Moka è dunque:

  • il sostituto di un amore puro e intatto che nel mondo reale non ha mai trovato, e
  • forse l’ultima illusione a cui desidera comunque aggrapparsi.

La tensione narrativa nasce dalla domanda se Rahab accetterà la voce di questa illusione oppure la rifiuterà fino alla fine.


Esiste una salvezza? – non un lieto fine, ma la bellezza della sospensione

Ciò che rende la storia affascinante è il fatto che non debba per forza concludersi con un semplice «Rahab è salvata».

È molto plausibile che:

  • non riesca a fare completamente suo il messaggio di Moka,
  • eppure sappia di averne bisogno,
  • finendo così a oscillare continuamente tra la bottiglia e la presenza di lei.

Si tratta di uno stato di sospensione, di stallo.

Non c’è una redenzione totale, ma non c’è neppure una rovina assoluta.
Torna allo stesso bar, allo stesso bicchiere, e ogni volta parla di nuovo con la propria ombra.

Da un lato sembra che non avanzi di un passo; dall’altro, questo potrebbe essere il suo unico modo per continuare a vivere.

Questa zona ambigua tra crollo e rinascita è qualcosa in cui molti si riconoscono. Nella vita reale raramente sperimentiamo una catarsi spettacolare. Più spesso:

  • vorremmo cambiare ma non ci riusciamo,
  • desideriamo liberarci del passato ma continuiamo a portarlo con noi.

Il rapporto tra Rahab e Moka simboleggia questa «incapacità di cambiare fino in fondo», con tutta la sua tristezza e la sua tenacia.


Lettura meta – Moka come «ombra» digitale

Se la canzone fa parte di un progetto di arte o musica digitale—NFT, personaggi virtuali, comunità online—Moka assume un ulteriore livello di significato.

In questa prospettiva possiamo vedere:

  • Rahab come il sé reale e ferito nel mondo fisico,
  • Moka come l’avatar o la voce nel mondo digitale che diffonde amore.

Moka è quindi l’ombra psicologica di Rahab, ma anche la proiezione delle sue emozioni nella rete. Pensieri e sentimenti che non riesce a esprimere direttamente—vulnerabilità, desiderio, dolcezza—circolano nel mondo sotto forma di canzone e di personaggio.

In questo quadro, il dialogo dei testi diventa un confronto tra:

  • «il sé reale» e
  • «il sé che esiste come opera o personaggio».

L’ascoltatore entra in contatto diretto con il lato-ombra, le parole di Moka, e attraverso di lei sfiora indirettamente l’intimità di Rahab.


Conclusione – ciò che la storia di Rahab e Moka ci comunica

In sintesi, questa canzone può essere letta come:

  1. La storia del «dopo la missione» di Rahab, ex spia.
  2. Un dialogo con la sua ombra, Moka, raggiungibile solo affogando nell’alcol.
  3. La rappresentazione della lotta per capire se è ancora possibile credere nell’amore in un mondo caotico.
  4. A un livello meta, un confronto tra il sé reale e il sé che vive come personaggio o opera d’arte.

Alla fine Rahab potrebbe non essere completamente redenta.
Ma poiché Moka, la sua ombra, resta al suo fianco, non si spezza del tutto.

In questa riluttanza a frantumarsi del tutto c’è una tenue speranza. Il brano ci invita a riconoscere la Rahab e la Moka che portiamo dentro:

  • la parte che si odia per le scelte e le ferite del passato, e
  • la parte che desidera ancora amare ed essere amata.

Accettare che entrambe coesistano nello stesso cuore è il tipo di verità fragile e sincera che questa canzone sembra volerci consegnare.

Se hai iniziato a notare i bug di questo mondo,
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